A causa della crisi sanitaria legata alla pandemia di coronavirus (CoVid-19), il Museo della Cattedrale, come tutte le altre strutture museali pubbliche e private in Italia, ha dovuto chiudere le sue porte il giorno 8 marzo 2020, scegliendo di riaprire il giorno 1° giugno. 

Pertanto i mesi primaverili (marzo, aprile e maggio) che solitamente vedono registrare il maggiore afflusso di visitatori rispetto al resto dell’anno grazie alle gite scolastiche, ai gruppi turistici e alle numerose festività e ai ponti, hanno registrato un numero pari a 137 biglietti staccati nei soli giorni di inizio marzo 2020 (dal giorno 1 al 7).

L’analisi che qui si propone riguarda, pertanto, il trimestre estivo giugno-luglio-agosto.

  visitatori 2017 visitatori 2018 visitatori 2019 visitatori 2020 differenza % 2020 rispetto a 2019
Giugno 1912 1783 1587 914 - 42,40 %
Luglio 1279 1492 1104 1736 + 57,25 %
Agosto 2274 2430 2047 3632 + 77,43 %
Totale 5465 5705 4738 6282 + 32,59 %

Dai dati registrati è evidente che il mese di giugno 2020 ha subito ancora il contraccolpo del lockdown con i conseguenti sentimenti di paura e incertezza che hanno scoraggiato i più a visitare i luoghi della cultura. A partire da luglio 2020, in controtendenza rispetto agli anni precedenti e probabilmente conseguentemente all'impossibilità di recarsi all’estero, il Museo ha registrato un netto aumento dei turisti in visita rispetto al mese di giugno e anche rispetto allo stesso mese degli anni precedenti. Solitamente a luglio, infatti, si registra  un calo fisiologico di presenze nel nostro Museo. Questo dato sembra andare in controtendenza anche rispetto a quello rilevato nei musei delle grandi città turistiche che normalmente registrano numeri ben maggiori del nostro e che hanno mantenuto il segno negativo anche nei mesi di luglio e agosto 2020.

Viste le restrizioni emanate per la visita dei musei da parte di gruppi numerosi e la sospensione delle attività didattiche, la quasi totalità dei visitatori di questo periodo, dunque, è costituita da coppie, famiglie e singoli, provenienti dall’Italia.

In base a sondaggi condotti dal personale sul posto e alla raccolta dati effettuata attraverso i moduli di valutazione a disposizione dei visitatori, emerge che una parte dei biglietti staccati è legata al fenomeno del turismo di prossimità: impossibilitati o scoraggiati ad allontanarsi dalla propria Regione o dalla Provincia, gli abitanti del Lazio hanno riscoperto il territorio ciociaro, con le sue punte di eccellenza come il nostro Museo nei centri storici più famosi. La Ciociaria infatti non subisce gli aspetti negativi del turismo di massa e ha un’offerta qualitativamente interessante, lontana dai circuiti più noti. Un’altra parte consistente è quella del turismo interno, proveniente soprattutto dalle Regioni del nord del Paese. In molti casi Anagni è stata scelta come tappa intermedia di viaggio per quei turisti che hanno preferito trascorrere le vacanze estive al Sud, evitando i rischi di un viaggio all’estero o di recarsi in luoghi più affollati e inflazionati.

I numeri sono stati sicuramente sostenuti da una serie di servizi televisivi che, in gran parte per una pura casualità, sono andati in onda all’indomani della fine del lockdown o nelle settimane seguenti e hanno registrato ottimi dati di ascolto, come ad esempio i programmi di Rai1 Lineaverde, la Santa Messa domenicale, o la replica del Caffè di Rai1. 

L’estate 2020 è apparsa più in linea con un’idea di turismo slow e concentrato sulla rivalutazione di luoghi d’eccellenza meno conosciuti, sulla visita dei luoghi della cultura e sull’attenzione nella scelta delle città dove soggiornare. Il tempo medio di permanenza dei visitatori nel Museo è stato più lungo e sono stati registrati in un numero inferiore i casi del turismo “mordi e fuggi” che pure ancora caratterizzano questo territorio.