LA CATTEDRALE

«QUISQUIS AD HOC TEMPLUM TENDIS VENERABILE GRESSUM
MOX CONDITOREM CUNCTORUM NOSCE BONORUM
CONDIDIT HOC PETRUS MAGNO CONAMINE PRAESUL
QUEM GENUIT TELLUS NOBIS DEDIT ALTA SALERNUS
SIC MISERERE SIBI SUPERI ATRIS UNICE FILI»

«Chiunque tu sia che volgi i tuoi passi verso questo venerabile tempio
riconosci anzitutto il Creatore di tutte le cose buone.
Con grande sforzo costruì questo edificio il vescovo Pietro
che la terra generò e a noi diede la nobile Salerno.
Così tu, unico Figlio del Padre celeste, abbi pietà di lui.»
Epigrafe celebrativa del 1744 originariamente posta in facciata e oggi conservata nel Lapidario
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La costruzione della Cattedrale, realizzata per volere del vescovo Pietro da Salerno, risale agli anni 1072-1104.
Secondo la leggenda, il vescovo Pietro fu inviato a Costantinopoli come legato pontificio e durante il soggiorno, come gli era stato già preannunciato in sogno dalla Vergine Maria, guarì l’imperatore bizantino Michele VII da un morbo improvviso grazie all’intercessione di san Magno. Grato per il miracolo ottenuto, l’imperatore di Bisanzio fu molto generoso con il vescovo guaritore, tanto che questi riuscì, una volta tornato ad Anagni, a completare i lavori di realizzazione della Cattedrale.

All’esterno essa si presenta in stile romanico emiliano-lombardo. La possente facciata in pietra tartara domina maestosamente il sagrato insieme al poderoso campanile romanico con aperture a monofore, bifore e trifore che svetta a 30 metri di altezza. Nel 1938, in occasione dei lavori di restauro, è stata costruita internamente una torre di ferro per reggere il peso delle cinque campane. A sud-ovest l’edificio ha un forte impatto visivo e domina piazza Innocenzo III con la Loggia delle Benedizioni, l’esterno della Cappella Caetani e la scenografica scalinata che curva dietro le absidi.

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All’interno caratteri romanici, come l’alternanza di pilastri e colonne di separazione tra le navate, incontrano elementi architettonici tipicamente gotici frutto dei restauri commissionati dai vescovi Alberto (1224-1237) prima e Pandolfo (1237-1255) poi e conclusi nel 1250: costoro fecero sostituire le capriate in legno della navata centrale con archi a sesto acuto a sostegno del nuovo tetto e fecero realizzare la nuova copertura a volte ogivali costolonate su pilastri a fascio nel transetto. Gli archi della navata centrale furono decorati con immagini di pavoni e draghi.

La decorazione a finto bugnato delle pareti è frutto di un grande lavoro di de-restauro attuato tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, quando furono eliminati i dipinti e gli stucchi moderni che avevano completamente alterato l’aspetto medievale dell’edificio. Si tratta di un tipo di decorazione molto diffuso nel XIII secolo e di cui restano lacunose tracce anche nella Cappella del Salvatore che avete già visitato al piano superiore.

Il pavimento cosmatesco, databile agli anni tra il 1224 e il 1227, è opera di Cosma di Jacopo di Lorenzo (lo stesso autore del successivo pavimento della Cripta, terminato nel 1231 con i suoi due figli Luca e Jacopo) e fu realizzato per volere del vescovo Alberto, con il sostegno economico di Rainaldo di Anagni, cappellano di papa Onorio III (1216-1227). La decorazione del tappeto musivo si è mantenuta sostanzialmente inalterata nonostante i numerosi ritocchi e restauri che si sono susseguiti nel corso dei secoli.

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Probabilmente entro la prima metà del XIII secolo si completa la sistemazione della zona presbiteriale con la realizzazione dell’altare, del ciborio e del candelabro pasquale. Punto di arrivo per l’arredo della Cattedrale è costituito dalla realizzazione della cattedra episcopale, firmata da un Vassalletto di Roma e commissionata, sotto il pontificato di Urbano IV (1261-1264) dal vescovo Lando (o Landone) in carica dal 1262. I due leoni a sostegno dei braccioli in origine non erano pertinenti al trono, ma sono il frutto di una risistemazione successiva. La balaustra che racchiude la zona presbiteriale è stata realizzata agli inizi del Novecento.
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Pochi sono i resti di pittura medievale superstiti nella basilica: una Vergine con il Bambino affiancata da san Magno e santa Secondina nella lunetta sopra il portale maggiore (XIV secolo), una Vergine con il Bambino e la testa di san Pietro sul pilastro sinistro vicino al presbiterio (circa metà del XIII secolo) e una Madonna in trono col Bambino tra santa Caterina d’Alessandria e sant’Antonio abate all’esterno, dietro una grata sul muro sinistro (primi anni del XV secolo).

Di epoca moderna sono invece le pitture presenti nelle tre absidi: nelle due laterali, che ricordano la Cena in Emmaus a sinistra e la Morte di san Giuseppe a destra, lavorano nel XIX secolo i pittori Pietro e Giovanni Gagliardi. Gli stessi artisti realizzano, nella calotta dell’abside maggiore, l’Annunciazione e i santi venerati dalla Chiesa anagnina. La teoria di santi Apostoli con san Giovanni Battista su fondo scuro nell’emiciclo absidale è invece realizzato nel 1837 (tecnica dell’olio su muro).

Sulla parete sinistra della Cattedrale si aprono tre cappelle: l’antica Cappella Caetani oggi Cappella Lauri, il Battistero e la duecentesca Cappella Caetani. Su quella destra si apre solamente la Cappella Raoli, dedicata alla Madonna della Misericordia, con l’icona donata da papa Leone XIII (1878-1903) alla Cattedrale; oggi accoglie le spoglie di Luigi Paolo Angelo Belloli, vescovo della diocesi di Anagni-Alatri dal 1987 al 1999. Originario di Inveruno (MI), scelse di essere sepolto nella Cattedrale di Anagni, alla quale era fortemente legato.

La scelta attuale di collocare nella navata centrale della Cattedrale delle sedute in materiale trasparente è dettata dall’esigenza di permettere un migliore godimento del bellissimo pavimento cosmatesco. Una soluzione sicuramente poco invasiva che ha incontrato il favore della Sovrintendenza e del Capitolo della Cattedrale.

Il MuCA

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